martedì 6 marzo 2012

Alla corte di Luigi Vanvitelli

UNA MOSTRA SUI BORBONE E LE ARTI ALLA REGGIA DI CASERTA 
 Dal 4 aprile al 6 luglio 2009 una grande mostra


Dal 4 aprile al 6 luglio una grande mostra dedicata a Luigi Vanvitelli, uno dei protagonisti del Settecento italiano, pittore, ma soprattutto progettista della più sontuosa residenza reale d’Europa, sarà l’occasione per rivivere il fascino della vita alla corte borbonica e la sfolgorante temperie culturale che si sviluppò negli anni di attività del celebre architetto.





In mostra sessanta dipinti, dalle lucide visioni di van Wittel, padre di Luigi, ai numerosi soggetti religiosi e pagani realizzati per chiese e palazzi nobiliari napoletani, il curioso gioco del Biribisso, affreschi provenienti dagli scavi di Pompei ed Ercolano, scene di caccia di Antonio Joli e lussureggianti paesaggi di Francesco Celebrano, eruzioni del Vesuvio di Carlo Bonavia e Jacques Antoine Volaire, ritratti di personaggi nobili realizzati da Giuseppe Bonito e Giacinto Diano ed una selezione di sculture di Giuseppe Sanmartino, oltre ad una sezione di disegni ed un settore dedicato all’arredo ed alle arti decorative, che raggiunsero un raffinato livello di esecuzione grazie al lavoro dei numerosi artigiani attivi nelle manifatture reali.

Il grosso delle opere esposte proviene dai musei campani, ma molto materiale è in prestito dal mercato antiquariale e da collezionisti privati, a sottolineare l’interesse dell’arte napoletana del Settecento, che in alcuni casi ha raggiunto quotazioni record nelle aste internazionali.

La rassegna farà rivivere i fasti di una corte, di Carlo III e di Ferdinando IV e di una civiltà, quella del Settecento napoletano, a lungo mortificata dalla storiografia post unitaria e che soltanto dopo la mitica mostra del 1979, fermamente voluta e realizzata da Raffaello Causa, uscì dal limbo degli studi di settore per assurgere al ruolo che le spetta nel panorama artistico europeo.


Luigi Vanvitelli, al secolo Lodewijk van Wittel, nacque a Napoli il 12 maggio del 1700 e morì a Caserta il 1 marzo del 1773, fu un artista diffidente verso i colleghi che lo invidiavano, dal carattere difficile, ma in possesso di una straordinaria capacità di progettazione e di comprensione dell’arte.

Lavorava a Roma presso il pontefice, ma accolse con entusiasmo l’invito di Carlo di Borbone di trasferirsi a Napoli, perché sapeva che lo attendevano opere memorabili e la Reggia di Caserta, rappresenta il suo testamento spirituale ed un gioiello inimitabile da visitare in occasione della mostra, che fece all’epoca impallidire Versailles e Potsdam, Schonbrunn ed il Buen Ritiro di Madrid.

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