lunedì 19 marzo 2012

Bisogna salvare il San Carlo

10/10/2007


Premetto che non sono un melomane, anzi rammento con angoscia gli anni in cui ero abbonato alla prima del San Carlo, con il caldo soffocante degli spettacoli primaverili, obbligato alla giacca ed alla cravatta ed ancor più con terrore i conti astronomici delle sartorie che rifornivano il guardaroba di mia moglie, convinta che nel tempio della lirica alle serate di gala una signora elegante non potesse giammai indossare due volte lo stesso abito.
Nonostante i tristi ricordi l’idea che il San Carlo possa chiudere mi fa semplicimente rabbrividire, non soltanto perché il nostro teatro è il più antico e tra i più belli al mondo, ma soprattutto, dopo l’olocausto dell’Ilva e la rapina del Banco di Napoli, la
nostra città non può più perder fiori all’occhiello.
Erano tempi felici quando in soli sei mesi il San Carlo venne creato dal nulla, regnava Carlo III e non i nostri solerti amministratori che, con la favola del nuovo Rinascimento, hanno precipitato la nostra amata città a livelli di degrado inimmaginabili.
Il nostro Massimo, come tutti gli altri enti lirici italiani, soffre di una grave crisi economica provocata da numerosi fattori concomitanti e necessita dell’aiuto principalmente delle istituzioni, mancando quasi del tutto alle nostre latitudini il sostegno di sponsor privati. Né più né meno di quello che lo Stato ha fatto in soccorso di teatri meno importanti.
La lirica non può essere paragonata, come si è letto nei giorni scorsi su autorevoli giornali, alla lap dance o al gioco del calcio; affermazioni demenziali che si commentano da sole. La musica classica è cultura come la letteratura e la pittura e come le biblioteche, del tutto gratuite ed i musei deve poter vivere degnamente con l’aiuto dello Stato.
Si è messo in evidenza che lo spettatore di un’opera paga un biglietto che copre solo la decima parte dei costi, un dettaglio certamente non trascurabile. Non si può pretendere che il contribuente paghi il passatempo del ricco borghese e della sua signora, per cui quando, al più presto, ripianati i debiti, si potrà tornare ad una gestione ordinaria, bisognerà prevedere una serie di spettacoli semi gratuiti per studenti, operai, anziani, oltre che una particolare attenzione per i turisti, nei cui riguardi il fascino del San Carlo può giocare un ruolo fondamentale.
Per risanare la situazione bisogna cacciare i politici che hanno occupato il consiglio di amministrazione e poi usufruire dei servigi di un manager di valore internazionale.
Lo merita la città, ma soprattutto lo pretendono i napoletani.

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