sabato 24 marzo 2012

Il falso mito della democrazia

3/2/2009

Tutti crediamo di vivere in una democrazia e solo per questo dovremmo essere felici guardando tanti popoli in preda a dittatori folli e sanguinari, dall’Africa alla America del sud, ma pochi si rendono conto che il sogno di un regime democratico è falso e menzognero, perché tale forma di governo non esiste, né può esistere. Forse nella polis greca, quando a governare una piccola città vi erano pochi capi famiglia, si poteva avere l’illusione di  una realtà, ma oggi anche amministrare un rissoso condominio sembra un’utopia.
Oggi, e da tempo, viviamo sottoposti ad un regime oligarchico dominato dai poteri forti: banche e multinazionali, le quali controllano l’economia e manipolano il consenso attraverso i mass media, che ci inducono a pensare in un certo modo, mentre la televisione  ci frantuma il cervello ed il senso critico.
In tutte le pseudo democrazie occidentali l’affluenza elettorale è inferiore al 50% ed anche in Italia siamo su quella strada, non tanto per disaffezione verso i nostri parlamentari, bensì perché inconsciamente ci convinciamo dell’inutilità del voto.
Non è politicamente corretto cominciare a rifiutare semplicemente il paradigma sul quale si basa la democrazia: un individuo, un voto? 
Questa affermazione potrebbe essere giusta se i cittadini fossero eguali veramente e non soltanto nella fantasia pomposamente sancita nell’articolo 3 della nostra veneranda Costituzione. 
L’abissale diversità tra l’ignorante ed il colto, tra il ricco ed il povero, tra il giovane ed il vecchio salta agli occhi perentoriamente, come se non bastassero le stridenti diversità per lingua, razza, religione, censo, cultura, abilità professionale.
Non credere nella superiorità della democrazia è poco meno che una bestemmia, ma siamo certi che dobbiamo continuare a crederlo senza ricercare un possibile rimedio.
L’assenza nel dibattito dei giovani è deleteria, senza il loro entusiasmo e le loro idee siamo perduti. Cerchiamo di dare più spazio alla loro immaginazione, senza dimenticare che chi sparge semi al vento fa germogliare fiori nel cielo.

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