domenica 25 marzo 2012

Il sovrintendente Spinosa abdica?

28/4/2009

L’annuncio, dato dallo stesso interessato, che Nicola Spinosa, lascia in anticipo il ponte di comando della sovrintendenza napoletana, dopo 25 anni fecondi di dittatura incontrastata ha sorpreso e nello stesso tempo deluso i napoletani.
Tutti attendevano, come più volte promesso, che Spinosa concludesse la sua formidabile carriera organizzando l’anno prossimo il revival di Civiltà del Seicento, una mostra che solo lui può realizzare, ottenendo con la sua autorità i necessari prestiti dai musei di tutto il mondo.
Profondo studioso, grande esperto del Seicento e soprattutto del Settecento napoletano, autore di decine di monografie, infinite introduzioni e presentazioni, dotato di una prosa ciceroniana ed accattivante, ma soprattutto indefesso organizzatore di mostre che a decine negli ultimi anni hanno tenuto alto il nome della città a livello internazionale, seguendo una luminosa tradizione inaugurata dal suo mitico predecessore, il compianto Raffaello Causa.
Spinosa ha sempre avuto un carattere burbero ed autoritario, ha sempre retto la sovrintendenza come un pontefice, un difetto che si trasforma in dote quando si tratta di organizzare un evento, coordinando il lavoro di decine di collaboratori.
Se non dovesse recedere dalla sua decisione Napoli si vedrà orbata di uno dei suoi figli migliori e continuerà il suo inarrestabile declino: dopo la chiusura di antiche librerie e di  storici megacinema, la più grave delle perdite quella dei migliori cervelli.
Un solo auspicio, se si dovrà pensare alla successione, che il Ministero, non potendo scegliere nessuna delle sue valenti collaboratrici, prive della necessaria idoneità, sappia nominare una personalità esperta della pittura napoletana e che ami la città e le sue gloriose tradizioni.

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