lunedì 19 marzo 2012

Intervista al principe Emanuele Filiberto

22/6/2007


La presenza a Napoli del principe Emanuele Filiberto di Savoia per aprire i lavori di un convegno e la sua squisita cortesia nel concederci un’ampia intervista esclusiva per un pool di emittenti televisive, ci hanno permesso di conoscere un personaggio di notevole spessore, non il giovane rampollo di un’antica dinastia, come vogliono farci credere i settimanali patinati a larga diffusione, bensì un giovane carico di ideali e di voglia di lavorare per realizzare il suo futuro ed i suoi sogni.
L’incontro avviene nella hall di un grande albergo napoletano: sullo sfondo un gigantesco poster sul quale troneggia il Maschio Angioino, in poltrona il principe, elegantissimo in  giacca e cravatta nonostante i 35 gradi all’ombra ed il sottoscritto in sandali e camicetta a maniche corte, abbigliamento che si può permettere un intellettuale e che fa pronunciare ad Emanuele Filiberto un sospiro di invidia ed uno spiritoso invito a scambiarsi d’abito.
Lo staff monarchico mi aveva fatto mille raccomandazioni di evitare domande di politica, ma viceversa il principe mi dice subito dopo avermi conosciuto che è pronto ad accettare qualsiasi domanda.

Lei vive da tempo a Roma, come si trova in Italia?
Benissimo e voglio viverci per sempre. Ho atteso tanti anni che cadessero norme anacronistiche che vietavano ai Savoia di tornare in patria. Da bambino avevo una sterminata raccolta di cartoline di tutte le località italiane per conoscere la mia terra lontana, credo che la mia raccolta sia una delle più complete del mondo.

Le capita spesso di venire a Napoli?
Vengo frequentemente nella vostra città per visitarne le bellezze storiche e naturalistiche e perché vi ho molti amici. Sono molto legato a Napoli e mi piange il cuore a vederla ridotta nello stato attuale, a seguito di scelte nefaste del governo che ha prediletto per decenni le regioni del nord.
Napoli è afflitta da mille problemi, ai primi posti criminalità e spazzatura, che hanno da tempo superato i livelli di guardia. Si sente di dare un consiglio, non tanto alle istituzioni che non vogliono ascoltare, bensì ai cittadini, che sono costretti a vivere in questo inferno metropolitano?
Su problemi specifici non ho le conoscenze specialistiche per indicare soluzioni, ma ai napoletani mi sento con tutto il cuore di dare un consiglio: non lasciate la città, amatela con tutte le vostre forze e fate ciascuno il vostro lavoro con onestà, rispettate non tanto le istituzioni quanto il vostro prossimo e state certi verranno giorni migliori.

La situazione politica non solo italiana, ma anche in altre nazioni europee decade giorno dopo giorno ed il clima si fa sempre più pesante, lei crede che l’idea di monarchia, incarnata in una figura al di sopra delle parti che sia il punto di riferimento della nazione possa avere un futuro?
Certamente, l’idea di monarchia è eterna ed universale e la dimostrazione lampante è costituita dal fatto che le nazioni europee che funzionano meglio, a parte i paesi scandinavi, sedi storiche di antiche monarchie, siano la Spagna e l’Inghilterra, dove i sovrani sono molto amati dal popolo, perché sono visti chiaramente al di sopra delle parti.

Napoli, antica e gloriosa capitale, è passata dai Borbone ai Savoia, creando una rivalità che ha generato nei secoli recriminazioni, amarezze e rimpianti. Mutati i tempi crede che sia venuto il momento che lei, ultimo dei Savoia e Carlo, ultimo dei Borbone, vi stringiate la mano e questo gesto, se mai avverrà, abbia Napoli come palcoscenico?
Io sono pronto, anzi tengo a precisare che con Carlo di Borbone intrattengo rapporti molto cordiali e ci incontriamo spesso in occasione di cerimonie e matrimoni tra reali. Anche domani, davanti ad una pizza, sono disposto a questa storica…stretta di mano, un gesto di riconciliazione di cui la città ha bisogno.

Ed il conto in pizzeria lo pagherete a metà?
Pur di stringere la mano a Carlo sono pronto a pagare il conto ed anche lei è invitato.

Ed ora una domanda scottante, alla quale può rispondere perché sua moglie non ci ascolta: Napoli è popolata di tante belle ragazze e lei, per quanto felicemente sposato, certamente le guarderà. Le piacciono, e più le brune o le bionde?
Anche se distrattamente ammiro le donne napoletane, alcune veramente molto belle, scelgo le brune in onore di mia moglie, che possiede questo colore di capelli.

Notizie diplomatiche di corridoio che prima ho ascoltato mi riferiscono che lei vuole subito dopo il convegno tornare a casa perché domani è il suo genetliaco. Lei non è una vecchia signora, ma un baldo giovanotto, possiamo chiederle quanti anni compie?
Trentacinque.

Il mezzo del cammin di nostra vita?
Veramente spero di vivere molto di più perché sento che ho tante cose da fare.

Auguri principe e grazie per la sua cortesia e per il prezioso consiglio che ha dato a noi napoletani, con la promessa del prossimo appuntamento in pizzeria per quella fatidica stretta di mano.

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