giovedì 22 marzo 2012

Moglie e figlia a Barcellona

5/5/2008

Finamente mia moglie ha trovato un lavoro, anche se precario ed all'estero: 12 ore al giorno di servizio oltre a 12 ore di reperibilita',niente festivita', niente ferie e niente marchette, responsabilita' enormi, stipendio inesistente, a fronte pero' di una straordinaria gratificazione.
Avete indovinato si tratta di un lavoro di nonna, che le donne attempate svolgono volentieri, a differenza delle giovani mamme, che anelano unicamente ad un impiego fuori casa. 
L'impegno della mia eletta consorte durera' circa due mesi e si espleta in una grande e bella citta' in frenetico sviluppo: Barcellona; infatti li' abita mia figlia Tiziana con due vispi frugoletti Leonardo e Matteo, la quale era stata colta dal panico alla notizia di un'assenza di 60 giorni della colf equadoregna, ma e' stata salvata dal pronto intervento di nonna Elvira. 
Mia moglie evidentemente mi ama alla follia, infatti mi tempesta quotidianamente di telefonate ammalianti e perentorie:"Ma che fai a Napoli se non devi lavorare, vieni da me cosa aspetti?" Di conseguenza massimo ogni 10 giorni interrompo la mia residua pratica professionale, le visite guidate, le partite di scacchi, la presentazione di libri, la partecipazione a dibattiti e conferenze, l'elaborazione di articoli, lascio gli altri due figli ed il fedele Attila e volo a Barcellona, ascoltando il richiamo della foresta. 
Queste ripetute frequentazioni della metropoli catalana mi hanno permesso di apprezzare una realta' sconvolgente che induce a tristi confronti e ad amare meditazioni sul disastroso stato in cui si trovano non solo Napoli, ma anche le principali citta' italiane.
Barcellona ha un reticolo di strade larghe ed alberate dove le auto, anche nelle ore di punta, possono sfrecciare, permettendo in pochi minuti di percorrere molti chilometri. Nel sottosuolo una metropolitana modernissima con oltre 10 linee(il doppio di Napoli, Roma e Milano assieme) mette in collegamento la periferia con il centro con stazioni distanti tra loro poche centinaia di metri. Non vi sono auto in sosta per la presenza ubiquitaria di parcheggi sotterranei.
Non si vede una sola carta a terra, gli zingari sono sconosciuti, come pure gli ambulanti e gli accattoni petulanti. I semafori numerosissimi sono sguarniti di lavavetri e soprattutto alternano colori che sono un ordine e non un consiglio. Le Ramblas sono affollatissime a tutte le ore ed i negozi per eleganza gareggiano alla pari con Parigi e New York. Barcelona si e' dotata negli ultimi decenni, in coincidenza con lo svolgimento delle Olimpiadi, di un litorale chilometrico che alterna tratti di spiaggia attrezzata e gratuita ad efficienti porti turistici e commerciali. 
La gente e' cordiale e sorridente, le attivita' commerciali redditizie e si riescono ad aprire in alcuni giorni con pochissime formalita' burocratiche. Dovunque si vedono dei giovani al lavoro, nei negozi, negli uffici, alla guida di mezzi pubblici e cio' che piu' mi ha impressionato a lavare e spazzare le strade che somigliano ad uno specchio; capita di incontrare ad ogni ora bellissime fanciulle in variopinte divise impegnarsi caparbiamente con la ramazza, mentre le nostre svogliate giovinette amano scopare, ma in ben altra maniera. 
Viene da pensare malinconicamente a quando anni fa, si parlava di localizzare una grande banca, che avrebbe dovuto gestire i fondi europei, in una citta' che simbolicamente sarebbe divenuta la capitale del Mediterraneo ed alcuni intellettuali, io tra questi, si agitarono per caldeggiare la candidatura di Napoli in conpetizione con Barcellona, una sfida impossibile tra un pianeta ed un satellite, tra David e Golia, ma un Golia invincibile ed un David impaurito e disorganizzato. 
Il periodico ritorno a Napoli e' traumatizzante e solo lo sviscerato amore verso i luoghi nativi riesce a far dimenticare la memoria di visioni da favola, ma perfettamente reali, che ci fanno ancor di piu' soffrire nel ripercorrere le sconnesse e maleodoranti strade di Napoli, la quale in futuro al massimo potra' ambire a capitale dell'Africa nera.

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