domenica 1 aprile 2012

Mariano Nani figlio d’arte

10/9/2010

Figlio del più famoso Giacomo nasce a Napoli intorno al 1725 e dal 1755 lavora, come il padre, nella Real Fabbrica delle porcellane a Capodimonte. Quando la celebre manifattura sarà trasferita in Spagna nel 1759 al seguito di Carlo III continuerà a lungo in terra iberica la sua attività di decoratore, oltre a coltivare il disegno, l’esecuzione di nature morte, miniature e cartoni per arazzi.
Si distinse per la sua abilità e nel 1764 fu ammesso nell’Accademia di San Fernando grazie ad una sua Natura morta con agnello ed uccelli, firmata e datata, che ancora si conserva nella locale pinacoteca. La tela evidenzia un realismo ben più potente dello stanco naturalismo di maniera del padre, al punto che alcuni studiosi, tra cui Bologna, hanno sottolineato tangenze con la produzione del Melendez, leggibile anche in un altro dei suoi pochi quadri documentati: una Cacciagione con un pugnale(fig. 1), già presso l’antiquario Lorenzelli a Bergamo.
Nel museo di Madrid si trovano altre due tele firmate con il solo cognome, tradizionalmente assegnate a Giacomo, che l’Urrea prima ed il Perez Sanchez dopo hanno restituito a Mariano sulla base delle evidenti affinità stilistiche con le sue poche opere firmate. 
Un suo dipinto Selvaggina morta e tacchini vivi(fig. 2), già presentato nel 1992 alla rassegna antiquaria Naturalia  è stato esposto di recente alla mostra Ritorno al Barocco commentata dal Middione che ha sottolineato”la consuetudine di miniaturista, la pulizia del disegno, l’attitudine alla definizione del dettaglio, la dominante delle tonalità cromatiche fredde. La lucida disposizione dell’artista all’analisi descrittiva dà vita ad una composizione formalmente coerente, nella quale i singoli elementi si presentano con una specifica individualità di natura e di materia prima ancora che di grafia, suggerendo come un’intenzione di recupero critico dell’antico naturalismo della prima metà del Settecento”.
I pennuti richiamano analoghi prodotti del padre Giacomo ed ancor più del suo maestro Baldassarre De Caro e rimane ancora da chiarire i rapporti di dare ed avere tra Napoli e la Spagna e soprattutto le suggestioni e gli influssi della pittura illuminista di Luis Melendez.


Cavestany J. – Floreros y Bodegones en la pintura espanola(catalogo), pag. 166, num. 128 – Madrid 1936
Ona G. – Ciento sesanta y cinco firmas de pintores tomaia de quadro de flores y bodegones, pag. 96 – Madrid 1944
Matilla Tascon A. – Documentos del Archivio del Ministerio de Hacienda relativos a pintores de camera y las fabricas de tapices y porcellana siglo XVIII, in Rivista de Archivos, Bibliotecas y Museos, pag. 234 – 236 – Madrid 1960
De Logu G – Natura morta italiana, pag. 199 – Bergamo 1962
Perez Sanchez A. E. -  Inventario de las pinturas de la Real Academia de San Fernando, pag. 54 – Madrid 1964
Bologna F. – Natura in posa. Aspetti dell’antica natura morta italiana (catalogo),
tav. 58 - Bergamo 1968
Causa R.  –  La Natura morta a Napoli nel Sei e Settecento, in Storia di Napoli, vol. V, tomo II, pag. 1054 - 1055 – Napoli 1972
Urrea  F. J. – La pintura italiana del siglo XVIII en Espana, pag. da 163 a 170  – Valladolid 1977
Salerno L. – La natura morta italiana 1560 – 1805, pag. 380 – Roma 1984
Tecce  A. – La natura morta in Italia, pag. 962 – Milano 1989
Bocchi U. – Naturalia. Nature morte in collezioni pubbliche e private, pag. 332, tav. 120 – Casal Maggiore 1992
Middione R. – in Ritorno al Barocco(catalogo), pag. 435, fig. 1.258 – Napoli 2009

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