mercoledì 26 marzo 2014

Il monarca di Ceppaloni

Clemente Mastella


Clemente Mastella, nato a Ceppaloni nel 1947 è il fondatore dell’UDEUR e dopo essere stato per oltre dieci anni il sindaco del paese natale attualmente è europarlamentare nelle liste del PDL.
E’ stato membro del Parlamento dal 1976 al 2008, prima come Deputato e l’ultimo biennio come 
Senatore.
Ministro del Lavoro col governo Berlusconi e poi della Giustizia con Prodi dal 2006 al 2008.
Laureato in filosofia, è giornalista professionista. La sua carriera come giornalista e i suoi esordi nella vita politica sono stati ampiamente descritti da lui stesso in varie interviste, citate ad esempio nel recente libro “La casta” di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, dove si legge come l’assunzione di Clemente Mastella alla Rai sarebbe stata agevolata da una raccomandazione del democristiano Ciriaco De Mita. La redazione locale ove Mastella prese servizio proclamò tre giorni di sciopero contro l’ingresso in ruolo di un giornalista assunto senza regolare concorso e per nomina politica diretta.
In vista delle elezioni politiche del 1976, come racconta lui stesso, nelle pause pranzo dei dipendenti della Rai, chiedeva “ai centralinisti di telefonare nei comuni del mio collegio elettorale. Mi facevo introdurre come direttore della Rai e segnalavo questo nostro bravo giovane da votare: Clemente Mastella. Funzionò”.
Mastella fu quindi eletto deputato, nelle file della Democrazia Cristiana. E’ deputato alla Camera ininterrottamente del 1976, riconfermato per otto legislature consecutive.
Dopo un lungo trascorso politico nella Democrazia Cristiana, fonda nel 1994 il CCD di cui diviene presidente, condividendone la leadership con Pier Ferdinando Casini.
Dopo la vittoria del Polo delle Libertà alle elezioni del 1994, diventa ministro del Lavoro nel Governo Berlusconi I.
Nel febbraio 1998 è protagonista di una scissione interna al CCD, raccogliendo l’appello dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga di costituire una nuova formazione politica di centro, alternativa alle due coalizioni.
Mastella fonda così i CDR, Cristiano Democratici per la Repubblica, che si uniscono al CDU nella formazione di gruppi parlamentari unitari.
Dopo vari trasformismi nel 1999 fonda l’UDEUR, un partito collocato al centro, pronto a convergere a destra o a sinistra a secondo delle esigenze.
Nel 2000 fu, insieme a Salvatore Cuffaro, testimone di nozze, Francesco Campanella, l’uomo che fornì a Provengano i documenti falsi per andare in Francia a operarsi alla prostata. Campanella era il segretario dei giovani dell’UDEUE.
Wikipedia arbitrariamente definisce il Campanella come braccio destro di Provengano, ipotesi smentita dagli atti processuali.
Alle elezioni 2006 Clemente Mastella è stato eletto al Senato della Repubblica come candidato dell’EDEUR. Dopo la vittoria elettorale dell’Unione, Mastella ricopre l’incarico di Ministro di Grazia e Giustizia nel Governo Prodi II. Mastella aveva chiesto per sé il Ministero della Difesa contrapponendosi a Emma Bonino; la Difesa era infine assegnata ad Arturo Parisi.
A luglio 2006 viene varato dal Parlamento un provvedimento di indulto, che a causa di divergenze tra Mastella ed il collega Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture. Mastella – in qualità di ministro della Giustizia – è tra i favorevoli alla misura, che prevede la scarcerazione circa 15000 carcerati; Di Pietro è aspramente contrario e lo definisce “un colpo di spugna immorale e inaccettabile”. Nello stesso periodo si esprime a favore della completa impunità per tutti i personaggi e le società coinvolte nell’inchiesta Calciopoli. Il 29 luglio, dopo l’approvazione definita da parte del Senato, che sancisce l’entrata in vigore dell’indulto come legge, Mastella dedica questo provvedimento al papa Giovanni Paolo II che, in occasione di una sua visita al Parlamento, chiese un provvedimento di clemenza per i carcerati.
Il 23 ottobre 2006, la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva la legge 24 ottobre 2006 n.269 (meglio nota come Ddl Mastella) che modifica e sospende alcuni aspetti della riforma dell’ordinamento giudiziario licenziata nella XIV legislatura, in particolare per quanto riguarda le disposizioni sulla separazione della carriere dei magistrati e sull’accesso in magistratura.
L’8 marzo del 2007 partecipa ad Anno Zero, trasmissione televisiva condotta da Michele Santoro. Dopo un acceso dibattito con il presentatore, decide di abbandonare lo studio, tacciando Santoro di uso improprio della televisione pubblica. Successivamente, ha deciso di intraprendere un’azione legale contro Rai 2. Il 10 aprile dichiara: “Se c’è referendum si rischia la crisi di governo”.
A settembre 2007 ha chiesto al Consiglio Superiore della Magistratura di disporre il trasferimento cautelare d’ufficio nei confronti del pubblico ministero di Catanzaro Luigi de Magistris, il magistrato stava indagando su un presunto comitato d’affari composto da politici e magistrati lucani. Il 16 gennaio 2008 la Corte Costituzionale da’ il via libera al referendum, e lo stesso giorno Clemente Mastella annuncia le sue dimissioni dalla carica, motivate dalla “mancata solidarietà politica” da parte del centro-sinistra rispetto alla vicenda che lo vede indagato. Le dimissioni sono respinte dal Presidente del Consiglio.
Mastella ha presentato le sue dimissioni dalla carica di Ministro della Giustizia il 16 gennaio 2008, a seguito dell’inchiesta giudiziaria nella quale erano coinvolti lui e la moglie Sandra Lo nardo, in quel momento Presidente del Consiglio regionale della regione Campania.
Il 17 gennaio 2008 conferma le sue dimissioni e concede in un primo momento l’appoggio esterno al governo. Il 21 gennaio 2008 apre la crisi di governo durante un comunicato stampa dalla sede dell’UDEUR dichiarando di lasciare la maggioranza dopo 2 anni. Il 23 gennaio 2008 l’UDEUR si astiene sul voto di fiducia alla Camera dei deputati. Il 24 gennaio 2008 il governo cade a seguito del voto contrario alla fiducia. Votano contro la fiducia due dei senatori dell’UDEUR (tra cui Mastella stesso), due dei senatori dei Liberal Democratici, Domenico Fisichella, Franco Turigliatto e Sergio De Gregorio, tutti eletti nello schieramento di centro-sinistra.
Il 6 febbraio 2008, nel corso della trasmissione televisiva Porta a porta, Mastella si dichiara pronto a partecipare alle elezioni politiche indette per il 13 aprile 2008 con il Popolo della Libertà anche a costo di rinnegare il simbolo del suo partito, affermando: “Quando c’è una evoluzione nel corso delle cose, bisogna saperle prendere per il verso giusto e andare avanti in quella direzione”. Berlusconi aveva già fatto trapelare nei mesi precedenti contatti con Matella che ora parevano concretizzarsi nella promessa del leader di Forza Italia di una posizione di rilievo all’interno della nuova formazione politica del PdL. Ancora una volta Mastella cambia coalizione passando dal centro sinistra al centro-destra. Il capogruppo della Lega Nord al Senato, Roberto Castelli, tuttavia, si dichiara immediatamente contrario. Nei giorni a seguire Berlusconi, nonostante la sua iniziale disponibilità a collocarlo in una posizione di rilievo, decide di escluderlo dal suo schieramento affermando che, secondo alcuni sondaggi, la sola presenza di Mastella nelle liste dell’alleanza avrebbe fatto perdere quasi il 12% dei consensi; analogo trattamento gli viene riservato nella neonata formazione di centro Rosa Bianca, rimanendo così completamente isolato.
Il 6 marzo, dopo un paio di giorni di riflessione, decide quindi di non candidarsi alle elezioni politiche 2008, per la prima volta dopo 32 anni, e ciò nonostante l’offerta di un posto nelle liste del Partito Socialista fattagli dal segretario Enrico Boselli.
A febbraio 2009 cambia nuovamente schieramento ed a giugno è eletto al Parlamento Europeo tra le file del PDL.
Il 25 giugno 2010, nella sala dell’Assunta della Chiesa del Gesù a Roma, Clemente Mastella ha annunciato la fine della storia ultradecennale dell’UDEUR e la nascita di un nuovo soggetto politico denominato Popolari per il Sud. Il movimento, secondo quanto detto dallo stesso Mastella, “intende colmare il vuoto politico nel sud a livello locale, confermando al contempo la strategica alleanza con il Pdl”. Il 18 settembre 2010, in una manifestazione a Napoli, ufficializza l’intenzione a candidarsi a sindaco della città alle prossime amministrative.
Alle elezioni comunali di Napoli del maggio 2011 l’Udeur ottiene il 2,48%. Mastella, candidato a sindaco con l’appoggio anche di una lista civica, ottiene il 2,17%. Mastella non viene eletto neanche in Consiglio Comunale.
Alle elezioni politiche italiane del 2013 non riesce a farsi candidare in nessuna lista dei principali schieramenti e rimane fuori dalla campagna elettorale.
Procedimenti giudiziari
Il 14 ottobre 2007 Clemente Mastella viene iscritto nel registro degli indagati della procura di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta Why Not del sostituto procuratore Luigi De Magistris: l’ipotesi di reato è abuso di ufficio. Il ministro è sospettato di essere coinvolto in una “rete” costituita da politici, imprenditori, giudici e massoni finalizzata ad ottenere finanziamento dallo Stato e dall’Unione Europea.
Il 16 gennaio 2008, dopo il provvedimento di arresti domiciliari nei confronti della moglie Sandra Lonardo, da parte della procura di Santa Maria Capua Vetere, Mastella presenta le sue dimissioni da ministro, sostenendo di essere vittima, insieme alla sua famiglia, di un attacco della magistratura. Le dimissioni vengono respinte dal Presidente del Consiglio Romano Prodi e nel tardo pomeriggio della stessa giornata le agenzie di stampa scrivono che anche lo stesso Mastella sarebbe indagato nell’ambito dell’inchiesta riguardante la moglie.
Il giorno seguente Mastella conferma le proprie dimissioni ed annuncia che il suo partito, l’UDEUR, dara’ “appoggio esterno” al governo. Il 21 gennaio Mastella modifica la propria posizione dichiarando di uscire dalla maggioranza e di voler votare no alla questione di fiducia. Il governo Prodi cade il 24 gennaio in seguito al voto di sfiducia.
Nel marzo 2011 Clemente Mastella viene rinviato a giudizio, assieme alla moglie Sandra Lonardo, per tre capi di imputazione: truffa e appropriazione indebita, in merito all’acquisizione al patrimonio familiare di due appartamenti a Roma di proprietà dell’Udeur e della testata giornalistica  Il Campanile; abuso d’ufficio, per l’assegnazione di incarichi da parte dell’Arpac.
Curiosità ed aspetti controversi
Il caso “Il Campanile”
Il giornale di partito Il Campanile è stato oggetto di diverse indagini giornalistiche che ne hanno evidenziato la funzione “privata”. In altri termini, oltre un milione e trecentomila euro di finanziamenti pubblici (limitandosi al solo 2005) sono serviti per pagare il contributo fattivo di Clemente Mastella, viaggi e trasferte della famiglia Mastella (98.000 euro nel 2005), liberalità e spese di rappresentanza (141.000 euro), liberalità (22.000), pacchi, dolciumi e torroni (17.000).
In sostanza, secondo un’inchiesta de l’espresso, “all’ombra del “Campanile” Clemente Mastella, i suoi familiari e le loro società hanno ottenuto soldi e vantaggi grazie a un giornale finanziato con i soldi dei contribuenti”.
Il film “Il Caso Moro”
Nel 1986 a Clemente Mastella, allora nell’ufficio stampa della Democrazia Cristiana, venne mostrato in una proiezione privata il film di Giuseppe Ferrara Il caso Moro. Terminata la proiezione Mastella inveì contro la produzione. Il giorno successivo la stampa riportò l’opinione negativa di Mastella, grazie alla quale il film, in un primo momento accolto freddamente dal pubblico, divenne un successo.
La svolta sulla tematica delle coppie gay
Dopo anni in cui Mastella si era sempre opposto a qualsiasi forma di riconoscimento delle coppie omosessuali, il 23 marzo 2012 ha dichiarato di condividere quanto affermato dalla sentenza n.4184/2012 della Cassazione ossia che le coppie gay hanno diritto ad un trattamento famigliare uguale a quello delle coppie sposate e di aver, quindi, cambiato la sua posizione sulle tematiche omosessuali.

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