martedì 29 luglio 2014

Lotta all’evasione: uguale recessione



L’economia dell’Italia si è sempre basata sull’evasione fiscale praticata con pervicacia da gran parte della popolazione, ma i proventi sfuggiti all’erario spesso venivano reinvestiti in attività produttive, senza che lo Stato li sprecasse in stipendi a burocrati inutili o i politici se li dividessero equamente in ruberie o li distribuissero in tangenti a clienti e sodali.
Ora si tende a controllare ogni pagamento, addirittura superiore a 30 euro e questa procedura, solo apparentemente virtuosa, mette in fuga le poche persone ancora in grado di far circolare un po’ di contante, più o meno onestamente guadagnato.
Chi volete, se non un pazzo, che comperi una casa, un dipinto, oppure  apra un’attività commerciale, per vedersi in tempo reale la finanza addosso per sapere dove, come e quando ha guadagnato il denaro per l’acquisto.
Meglio investire all’estero e non lamentiamoci se, grazie ad una scelta populista, il mercato immobiliare è crollato, l’economia arranca e l’unica ad aumentare è la disoccupazione.

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