venerdì 6 febbraio 2015

"Assaporare la stranezza dell'altro"

testo di Marina della Ragione



Che cosa ci aspettiamo dalla vita a due? In questi tempi di precarietà molti sognano di rifugiarsi in una coppia stabile e duratura e cercano disperatamente il compagno ideale. Altri non credono più alla coppia, desiderano prima di tutto preservare la loro libertà e realizzarsi senza sentirsi imprigionati dal vincolo del matrimonio.
Idealizzata o indebolita, la coppia e' lo specchio delle nostre attese più intime e di un'emozione che paralizza tutti: la paura.
Paura di fare una scelta sbagliata, paura di dover rinunciare alla propria libertà, paura che l'amore non duri, a tal punto che la maggior parte delle persone non cercano più di essere sorpresi da un incontro speciale, non si lasciano andare e non accettano più quel rischio che sembra essere necessario per vivere una bella storia d'amore.Paura dell'impegno, del vincolo, si preferisce restare in un periodo di prova, dove i ruoli ed i doveri propri e dell'amante non sono ancora definiti. Paura di soffrire per amore e soprattutto paura della diversità.  Si cerca l'anima gemella, la persona ideale per se, senza cercare di essere una buona persona per l'altro. La paura regna maestra, rinforzata anche dalla crisi economica e dagli idoli dell'intolleranza come "Eric Zemmour" il giornalista e saggista francese il quale nel suo famoso libro " L'uomo maschio" cita il concetto di "coppia" come concetto esclusivamente femminile, estraneo alla vera natura dell'uomo a cui è stato imposto ed al quale ormai anche l'uomo crede. 
Questo timore della diversità e' anche sostenuta da certi miti che ci influenzano;
Come quello del partner unico ed ideale, che ci aspetta da qualche parte, un altro fatto su misura per noi. Questa ricerca ci priva della possibilità di incontrare altre brave persone e ci fa dimenticare che e' a due che l'amore si costruisce. 
Il mito della fusione piena di grandi fragilità individuali e collettive alimenta la nostra paura del diverso.
Mossi da un bisogno di sicurezza, di solidità, il desiderio di fusione fa sparire l'individuo a profitto della coppia, annullando il mondo esteriore. Anche gli amici più intimi sono considerati come una minaccia alla nostra stabilità di coppia.
Sicurezza illusoria che non elimina le nostra paura di perdere la persona amata e ci porta a rifugiarci in un solo modello di coppia possibile.
In questi tempi difficili, la fusione e la ricerca del proprio simile, sembrano essere diventati dei valori rifugio. Testimone è il grande successo incontrato dai numerosi siti di incontri che promettono di trovare l'anima gemella a partire da criteri basati su affinità elettive o comunione di interessi, che basterebbero ad assicurare il successo di una coppia felice e duratura.
O l'amore si nutre delle dissimilitudini dell'altra metà, di ciò che nell'altro differisce da noi, quell'alterità caratteriale, culturale e sociale che crea l'interesse, lo stupore, la novità e che rilancia la coppia senza spegnere il desiderio.
Allora piuttosto che volere a tutti i costi cambiare il proprio partner, cancellarne le stranezze o rendere più simile a noi l'altro, perché invece non provare ad assaporare la sua diversità? Perché non vedere il proprio coniuge, uomo o donna, come un nuovo continente da esplorare?
Se ci fermiamo a riflettere è proprio la divergenza femminile che permette agli uomini di far uscire tutta la loro potenza e analogamente la diversità maschile che porta le donne ad esprimere la forza della loro interiorità. E se in questo inizio anno provassimo tutti a reinventare il mondo, concedendo più tempo e disponibilità all'altro?
E se cercassimo di costruire la nostra relazione di coppia camminando insieme nella diversità?

Marina della Ragione



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