giovedì 22 dicembre 2016

Interviste a personaggi celebri

 L’89° libro di Achille della Ragione




In questi giorni è disponibile un’opera quanto mai interessante, che raccoglie una serie di interviste pubblicate negli ultimi anni sulla Circolare spigolosa, un giornale telematico tra i più letti in Italia. Al libro hanno collaborato tre autori: l’instancabile Achille, il giornalista Matteo Cornelius Sullivan, e Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia, un nobile pluriblasonato.
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intervista visiva al principe Emanuele Filiberto


Vogliamo fornirne ai potenziali lettori un assaggio proponendo l’intervista visiva al principe Emanuele Filiberto, che si può godere collegandosi a questo link https://www.youtube.com/watch?v=ID19mQGYEIk


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Molto interessante è anche quella a Ludmilla Radcenko, dopo la quale si sviluppò un’amicizia più che affettuosa degnamente e ripetutamente onorata.

Quattro chiacchere con Ludmilla Radchenko



1  Come e quando hai deciso di venire in Italia?
 Si è trattato di un caso! Volevo semplicemente un posto adatto per cominciare da zero la mia vita. Io cercavo indipendenza. E la società occidentale aveva tutti i presupposti per poter tirare fuori la mia determinazione. Avevo 200 dollari, prestati dal mio padre e da lì ho cominciato a costruire "la mia base"!
2  Quale motivazione ti ha indotto a passare dalla carriera di modella a quella di artista?
Da piccola ho studiato l'arte e mi sono laureata in design. Un giorno mio nonno, insegnante di disegno tecnico, mi disse: “il tuo talento deve venire fuori, fare la modella e lavorare in TV non è un lavoro per tutta la vita, prova di sviluppare qualcosa per ciò a cui hai dedicato anni e anni di studio!”. Forse, fino a qualche anno fa, ero troppo immatura per intraprendere un lavoro diverso dal mondo dello spettacolo,  ma tutti, prima o poi, si domandano cosa faranno da grandi . Tre anni fa mi sono presa una pausa di riflessione, sono volata  New York per gli studi  e ho deciso di fare una scelta radicale!Al mio ritorno ho affittato uno studio, l'ho trasformato ed ho cominciato a lavorarvi febbrilmente. Lì  ho potuto individuare il mio codice, la mia tecnica. Penso che tutto il mio percorso nasca dalla voglia di dimostrare, per l'ennesima volta, a me stessa che so fare e posso fare qualcosa. E’ una sfida.
3   Quali artisti contemporanei ti hanno ispirato maggiormente?
All’ università ero malata di Gauguin, copiavo le sue opere. Qualche anno fa, dopo una mostra a Londra, dedicata a Salvador Dalì ho cominciato interessarmi di surrealismo, sopratutto il senso di composizione. Dopo New York adoravo Street Art, mi attraevano le immagini caotiche, quasi per caso. Leggendo e frequentando le mostre capivo la mia vera passione per la pop art: ho fatto un'intera collezione  in esclusiva per Gigart utilizzando la tecnica di Mimmo Rotella - gli strappi. Roy Lichtenstein, Andy Warhol, James Rosenquist, Robert Rouscenberg,Peter Phillips, Claes Oldenburg, Richard Hamilton - sono loro gli artisti che hanno catturato la mia attenzione.
4  Credi che le tue opere vivranno dopo di te ?
Credo che la passione con la quale mi dedico al mio lavoro non potrà rimanere indifferente al pubblico. IO DIPIGO ENERGIA  e  LE MIE OPERE  SONO UN RACCONTO CHE COLLEGA GLI OGGETTI DI CONSUMISMO DELLA NOSTRA EPOCA E LA RICERCA ICONOGRAFICA IN UN MANIFESTO TRIDIMENSIONALE . IN QUALCHE MODO RAPPRESENTO LA MIA GENERAZIONE  E MI SENTO RESPONSABILE di trasmettere anche L'ETICA OLTRE ALL'ESTETICA NELLE MIE TELE.  Per diventare un artista  che rimane nel tempo ci vogliano almeno 50 anni di percorso. Solo il tempo ci dirà se un giorno io possa (O POTREI???) rientrare tra quelli!
5  Quanto ti pesa essere una donna bella ?
Nonostante la rapidità del mio percorso e tutte le cose positive che mi sono accadute in due anni, mi sono scontrata con una grande difficoltà: Il riuscire ad essere credibile. Naturalmente molte persone hanno pensato che la Radchenko si è convertita in pittrice solo per "mettersi in mostra".  Per me invece è stata una scelta naturale e la pop art mi ha consentito di esprimere la mia visione di vita senza parole e senza usare il mio corpo, mi ha dato coraggio di sfogarmi e sentirmi utile. IL FATTO DI SPOGLIARMI SOLO IN UNA DELLE MIE PRIME  SERIE "ARTE DI ESSERE DONNA" INTERPRETANDO I GRANDI PERSONAGGI STORICI FU LA DICHIARAZIONE DEL MIO PASSAGGIO DALL’ OGGETTO AL SOGGETTO, DAI CALENDARI ALLA MIA DEDIZIONE ALL'ARTE. DA ORA IN POI IL CORPO DIVENTA CASTO E LA MENTE SI SPOGLIA.
Il mio curatore artistico Fortunato D'Amico, prima di ogni mostra, si raccomanda sempre:"Poco trucco, niente tacchi!!!" Io gli rispondo che per il trucco non c'è problema ma ai tacchi ancora non posso ancora rinunciare - sono sempre una donna!!!! :-)
6  La lontananza dal tuo Paese e dalla tua famiglia ti crea nostalgia?
La mia famiglia mi ha regalato un infanzia stupenda e mi ha cresciuta con dei sani principi. La lontananza ha fatto diventare il nostro rapporto ancora più bello, quando nulla diventa scontato. Sono sempre stata autonoma nelle mie decisioni e la scelta di venire in Italia è stata affrontata nel migliore dei modi. Sono felice che ora  possa avere la loro fiducia e renderli orgogliosi anche da lontano. L'unico pensiero che mi preoccupa è non poter dedicare più tempo al mio nonno, quest'anno compie 85 anni, ma è ancora pieno di entusiasmo. Per quanto riguarda il mio Paese in cui ci torno spesso , la mia mentalità è piuttosto europea e mi sento più a casa in Italia. Si, Milano è la città che ha adottato la mia voglia di essere indipendente.
Concludiamo l’intervista e passiamo ad esaminare la produzione della Radcenko: collage con le tecniche più varie ed anche ritratti di tipo tradizionale, spesso di grandi dimensioni, nei quali l’artista trascrive le sue osservazioni sul mondo, mentre i protagonisti delle sue opere errano in una dimensione atemporale, in preda alle loro passioni ed assumono la dignità di eroi.



Nel Pantheon ideale di Ludmilla vi sono l’uno affianco all’altro Garibaldi e Van Gogh, Madonna e la Statua della libertà. Chi di loro resisterà, traghettando la sua fama nel futuro in un mondo globalizzato e multiculturale, che divora i miti e rende anonimi personaggi illustri celebrati nel passato?
Soltanto l’arte saprà sfidare i secoli dando gioia e diletto a più generazioni, fino a quando gli uomini coltiveranno il gusto del bello e si emozioneranno ad assistere al gioco cangiante delle linee e dei colori.
La Radcenko appronta un’ideale Arca di Noè nella quale imbarca, per traghettarle nel futuro, una serie di donne famose, trasformate in icone pop, alle quali dà anima e corpo in egual misura, infatti a questi personaggi impresta le sue splendide forme sinuose, che, grazie a tale artificio, possono tranquillamente sfidare il tempo, passando dalla caducità della giovinezza all’eternità dell’arte.
Abbiamo così la Gioconda (fig. 6) ed Elena di Troia (fig. 7), Caterina di Russia (fig. 8) e Frida Kahlo (fig. 9).
Tra queste figure femminili Ludmilla ci ha confessato di essere particolarmente legata a Frida Kahlo,una pittrice che ha dedicato la vita a trascrivere le emozioni e le proprie idee nei suoi dipinti ”il fatto di spogliarmi nella serie arte di essere donna interpretando grandi personaggi femminili è stata la dichiarazione del mio passaggio da oggetto a soggetto, dai calendari alla mia dedizione all’arte, da ora in poi il mio corpo diventa casto e la mente si spoglia. Tutte le ikone scendono nel mondo reale e condividono con noi la loro storia come tutti i comuni mortali”.
fig. 6

fig.7

fig.8
fig.9

 Lo spettacolo che si è presentato ai miei occhi, guardando questa galleria di personaggi femminili trasferiti sulla tela, è stato superiore alle più rosee aspettative e tale da convincermi di aver conosciuto un’artista in grado di fondere abilmente contemporaneità e tradizione, ma soprattutto di saper rivisitare e spogliare (in senso non solo metaforico) i celebri personaggi raffigurati e farceli conoscere sotto una diversa prospettiva.







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Un volume che non potrà mancare nella vostra biblioteca e che potrebbe costituire una splendida strenna per santificare con cultura le prossime festività natalizie. Un libro che si può ricevere a domicilio ordinandolo

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giovedì 15 dicembre 2016

I tesori nascosti. Tino da Camaino, Caravaggio, Gemito

Una lotta tra bello e brutto, tra vero e falso

A 01 - Sede mostra

Fino a maggio si potrà ammirare a Napoli, nella sede della chiesa della Pietrasanta (tav.1), restituita dopo decenni alla pubblica fruizione, un’esposizione, intitolata “I tesori nascosti. Tino da Camaino, Caravaggio, Gemito”, ricca di oltre 150 dipinti ed organizzata da Vittorio Sgarbi. Una occasione ghiotta, anche se costosa, perché il biglietto costa 12 euro, circa il doppio di una visita a Capodimonte.

A 02 - Merisi

Nei primi giorni file interminabili di visitatori, tra turisti e napoletani, richiamati dal nome illustre del curatore, ma soprattutto dalla possibilità di vedere un Caravaggio (tav.2) inedito. Sulla meritata fama di Vittorio Sgarbi non discutiamo, sull’autografia del dipinto abbiamo più di un dubbio e ci riserviamo di dedicare all’argomento un articolo specifico, dopo aver sentito il parere dei massimi specialisti mondiali del pittore.
Passiamo ora ad esaminare le opere degli altri due artisti che stranamente fanno compagnia al Merisi nel titolo della mostra: Tino da Camaino rappresentato da una scultura (tav.3) più che modesta; stesso discorso per Gemito, in mostra con una testa (tav.4), che, se posta in vendita, faticherebbe a raggiungere una quotazione di un migliaio di euro.

A 03 - Tino da Camaino
A 04 - Gemito

Le opere in mostra appartengono tutte a privati, banche e collezionisti, tra questi la parte del gigante la fa la raccolta personale del curatore Vittorio Sgarbi. Al momento manca un catalogo cartaceo di quanto esposto, una pecca molto grave, a mala pena sostituita da una App scaricabile sul telefonino in grado di fornire descrizioni ed a volte approfondimenti su dipinti e sculture esposte.
Tutto il percorso, dal Trecento al Novecento, è una costante lotta tra bello (tav.5) e brutto (tav.6), ma soprattutto tra falso e vero; il primo ben rappresentato da uno pseudo Battistello Caracciolo (tav.7) ed un Tiziano (tav. 8) che grida vendetta e rientra a pieno titolo in entrambe le categorie.

A 05 - Il bello
A 06 - Il brutto
A 07 - Battistello
A 08 - Tiziano

Molti i dipinti napoletani, tra cui alcuni di qualità eccelsa, da una tavola di Ierace (tav.9), ad una coppia di De Matteis, firmati e datati 1727, da un Mattia Preti del periodo maltese ad uno splendido Ribera (tav.10), in compagnia di altri dipinti attribuiti al valenzano, ma eseguiti dalla bottega. Un eccelso Nicola Malinconico e due Giordano, uno dubbio ed uno notevole (tav.11) di proprietà di uno dei più importanti antiquari italiani: Tornabuoni di Firenze.
La natura morta è degnamente rappresentata da un superbo Luca Forte(tav.12), proveniente dalla celebre raccolta Molinari Pradelli.
Numerosi sono i dipinti dell’Ottocento e del Novecento, napoletano ed italiano, tra questi spiccano due capolavori assoluti: un Ligabue (tav.13) ed un De Chirico (tav.14).
Possiamo concludere con un giudizio positivo, anche se abbiamo sottolineato luci ed ombre della mostra e non si tratta di un chiaro scuro caravaggesco…

A 9 - Ierace


A 10 - Ribera
A 11 - Giordano


A 12 - Forte

A 13 - Ligabue

14 A De Chirico

venerdì 9 dicembre 2016

Interviste de La Circolare Spigolosa



“Interviste de La Circolare Spigolosa”, è un libro che raccoglie le trentacinque interviste su argomenti vari, pubblicate dalla newsletter del Partito della Alternativa Monarchica, tra il 2005 e il 2011, autori Matteo Cornelius Sullivan, Achille della Ragione, Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia.
Gli intervistati: Lidia Pera, Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia, Angelo Antinorio, Pier Luigi Brivio, Madoka Kitazake, Ugo D’Atri, Massimo Arsetti, Ennio Reggiani, Giovanni Francesco Alliata di Monreale, Roberto Vittucci Righini, Ruben Alberto Gavalda, Paolo Francesco Barbaccia, Gianluigi Ugo, Roberto Strani, Franco Siracusa, Harold Schmautz, Franco Bampi, Christian Okoge, Vito Bruno, Alexandru Carausu, Emanuele Filiberto di Savoia, Ilaria Cavo, Balàzs Berzsenyi, Andrej Longo, Yahya Pallavicini, Ludmilla Radchenko, Carlo Cecaro, Luigi De Filippo, Rosario Poidimani, Michel Onfry, Vinz Piscopo


http://www.youcanprint.it/biografia-e-autobiografia/biografia-e-autobiografia-generale/interviste-de-la-circolare-spigolosa-9788892636248.html

giovedì 8 dicembre 2016

Pietà! Quando riapre il Monte di Pietà?

Facciata del palazzo vista da Spaccanapoli

Il Monte di Pietà è uno dei tanti gioielli di arte e di storia negato da anni alla fruizione di napoletani e turisti. Non esistono problemi di inagibilità, il proprietario è una banca dalla storia gloriosa; possibile che non si riesca ad organizzare un gruppo di addetti per permettere delle visite guidate, almeno alcuni giorni alla settimana.
Il colmo è che se consultiamo internet la struttura risulta aperta il sabato e la domenica e sul suo sito si leggono entusiastici, quanto falsi commenti, anche del 2016; mentre il Monte di Pietà è vergognosamente chiuso da anni ed all’ingresso troneggia una bancarella abusiva che vende pantofole e mutande.
Ho chiesto al presidente Barracco se si prevede a breve una sua riapertura e la sua sconsolata risposta è che mancano i fondi!
Una situazione che grida vendetta, con la tenue speranza che, sotto la spinta dell’opinione pubblica indignata, qualcosa si muova, nell’interesse del turismo e nel doveroso rispetto della città.

Achille della Ragione

martedì 6 dicembre 2016

Mostra su Salvatore Fergola a Palazzo Zevallos



tav. 0 - Mostra Fergola


Fino al 2 aprile si potrà ammirare un’esposizione (tav.0), intitolata ‘Fergola. Lo splendore di un Regno’, ricca di oltre 60 dipinti e disegni dell’artista provenienti da istituzioni prestigiose come la Reggia di Caserta, il Palazzo Reale di Napoli, il Museo di Capodimonte e il Museo Nazionale di San Martino, oltre che da collezioni private.
L’idea di realizzare la prima grande esposizione monografica dedicata al pittore è nata da un dipinto facente parte della collezione di Intesa Sanpaolo, già Banco di Napoli (non dimentichiamolo mai) raffigurante ‘La Tempesta nel golfo di Napoli’, un punto di partenza da cui partire per riscoprire il talento e l’entusiasmo del maestro nel narrare la bellezza dei luoghi e la forza della storia napoletana. Fergola è stato un protagonista della pittura italiana dell’800, nella veste di fotoreporter dei primati borbonici, una sorta di Micco Spadaro dell’epoca.
L’opera più significativa del pittore è quella che rappresenta l’inaugurazione della prima strada ferrata in Italia (tav.1), un primato importantissimo del Regno delle due Sicilie, alla quale sono collegata la Stazione di partenza (tav.2) e quella di Castellammare (tav.5), costruita in seguito.
Gli studi sulla pittura napoletana del’800 hanno sempre privilegiato la Scuola di Posillipo, molto amata perché rappresenta un approccio diretto alla natura, formata da pittori romantici per eccellenza, svincolati da legami con i committenti. Fergola invece è l’opposto. È stato l’ultimo pittore di Corte, legato più al passato che al futuro ed al presente come invece furono i pittori indipendenti della Scuola di Posillipo, ma che ha anche rappresentato un momento storico eccezionale”.
Quella di Salvatore Fergola è stata una carriera lunga e complessa. Nato a Napoli in una famiglia di artisti, egli (1796–1874) si dedicò sin da giovane alla pittura di paesaggio, tanto da poter essere considerato il legittimo erede del grande Hackert. Come “pittore di paesaggio della Real Casa di Borbone”, Fergola seguì il re Francesco I in Sicilia e in Puglia e immortalò nelle sue opere alcuni momenti storici di rilievo del Regno delle Due Sicilie. La sua produzione è stata molto vasta: dalle incantevoli vedute della città dal mare alla rappresentazione del varo dei vascelli reali alle scene di naufragio tipiche del gusto romantico, in cui divenne un vero specialista.
La sua produzione pittorica cominciò nel 1819  e durò fino alla fine della dinastia, quando il Regno delle Due Sicilie venne annesso all’Italia. Proseguì poi stancamente negli anni dell’Unità, fino alla sua morte, avvenuta nel 1874. Dal suo lavoro viene fuori una fetta  della storia della dinastia dei Borbone. Egli rappresenta scene di caccia, i viaggi del Re in Sicilia, la vita di Corte, in quadri ad olio in cui conserva l’incanto, la bellezza e la qualità della tempera, cosa che lo distingue dai vedutisti contemporanei. Diventa un pittore di corte che sa interpretare i nuovi tempi e lo slancio della città e del Regno, che vanta primati invidiabili a livello nazionale.
Napoli ai tempi dei Borbone era una metropoli moderna, la terza città in Europa per popolazione. E’ a Napoli che vennero introdotti per la prima volta la ferrovia, ma anche il battello a vapore, i ponti sospesi in ferro e il primo sistema bancario moderno grazie a banchieri provenienti dalla Francia. La città accoglieva tecnici da tutta Europa e con i suoi quadri Fergola rappresentò in pieno lo slancio verso la modernità dei Borbone.
Nel 1829-30 segue la corte a Madrid con il re Francesco I che porta sua figlia in sposa al Re di Spagna. Al ritorno la compagnia decide di passare per Parigi dove si trattiene diversi mesi ospite del duca d’Orléans e della duchessa di Berry, cognato e sorella del sovrano napoletano ed entrambi tra i più importanti collezionisti d’arte contemporanea in Europa. A Parigi Fergola entra in contatto con altre influenze e la sua ultima produzione è composta di grandi marine in tempesta.
L’artista testimonia la grande importanza riservata dai Borbone alle comunicazioni, le magnifiche parate (tav.3), luoghi scomparsi come la Conocchia (tav.4), grandi feste come il Carnevale del 1846 (tav.6) , ma nello stesso tempo  anche il cambiamento nella politica di Ferdinando II di Borbone, dal suo momento di benevolenza verso gli artisti e l’esercito e quello successivo ai moti insurrezionali del ’48, quando il Re smise di essere liberale. Fergola capì che qualcosa era cambiato e lo rappresentò nelle sue opere. Si avvicinò così al paesaggio della tempesta fino al suo ultimo dipinto in mostra, che rappresenta Gesù nell’atto di imporre al mare tempestoso di placarsi, un quadro in cui chiaramente ridicolizza la fine di un Re”.




tav. 1 Fergola, Salvatore The Inauguration of the Naples-Portici Railway, 1840
tav. 2 Salvatore Fergola Via Foria

tav. 3 - Fergola -Inaugurazione della ferrovia Napoli-Portici Caserta Palazzo Reale Quadreria
tav. 4 - Fergola - Conocchia
tav. 5 -Fergola firmato e datato 1843-La-ferrovia di Castellammare


tav. 6 - Fergola - Carnevale a Caserta